Bastano 30 dollari per acquistare una fake news.È questo quello che emerge dall'ultima ricerca Trend Micro, la multinazionale che si occupa di sicurezza informatica. L'indagine, dal titolo The Fake News Machine: How Propagandists Abuse the Internet and Manipulate the Public, studia ed esplora le tecniche e i metodi utilizzati per diffondere notizie false e manipolare l'opinione pubblica.
Il tema delle fake news è uno dei più dibattuti degli ultimi tempi: lo stesso Zuckerberg si è mosso per combatterle e con lui anche Google e Wikipedia. E mentre i tre colossi della rete portano avanti la lotta, Trend Micro svela quanto sia facile diffondere notizie false: possono bastare poche decine di dollari per acquistare news del tutto inventate; se si desidera pubblicizzarle i prezzi aumentano. L'analisi rende noti i costi dei servizi di fake news: una campagna di dodici mesi per influenzare il risultato di un’elezione costa $400.000; per istigare proteste di strada sono necessari $200.000; per screditare un giornalista $55.000; per la creazione di una finta celebrità con almeno 300.000 follower, invece, sono sufficienti $2.600.
C'è un aspetto che colpisce particolarmente: il mercato delle notizie false si basa su semplici strumenti reperibili in Russia come in Cina, Medio Oriente e Inghilterra. Dall'inchiesta, infatti, emergono anche i nomi dei siti che offrono servizi di fake news. Uno di questi è Xiezuobang per cui bastano 30 dollari per comprare una notizia falsa. Quick Follow Now, invece, è un sito inglese che permette di acquistare diversi pacchetti in base al numero di follwer che si desidera ottenere. Jet-s è particolarmente adatto per manipolare le petizioni online. Ognuno può scegliere il sito più adatto in base all'obiettivo che vuole raggiungere. E anche se in alcuni casi i prezzi non sembrano alla portata di tutti, non bisogna dimenticare che molto spesso, dietro la diffusione di false notizie, ci sono partiti o enti con disponibilità economiche elevate, mossi da ragioni politiche, economiche o dal desiderio di causare la perdita di dati importanti per il "nemico".
Data la facilità con cui è possibile diffondere notizie false, e la garanzia dell'anonimato, è tutt'altro che facile eliminare questo fenomeno o evitare che diventi virale. Trend Micro, però, prova a mettere in guardia i lettori e dà loro dei consigli: diffidare dei titoli iperbolici, dei siti web "sospetti" e degli articoli privi di immagini, fonti, autore e data.
La multinazionale aveva previsto che nel 2017 la cyberpropaganda sarebbe diventata una delle maggiori aree di attività cybercriminale; i dati della ricerca lo dimostrano: i social, soprattutto nell'ultimo anno, sono stati fortemente utilizzati per campagne diffamatorie o la diffusione di notizie false. Indagare questo aspetto è necessario, come si legge nelle conclusioni della ricerca, per non influenzare la società e soprattutto per preservare le generazioni future.