Smart mirror: ecco la versione aggiornata del famoso specchio di Biancaneve. Non ci dice più chi sia la più bella del reame, ma ci può fornire dati sulla nostra salute e sui vestiti che indossiamo. Con un semplice clic di social sharing, potremo invece chiedere ai nostri followers di incoronare la degna erede della principessa disneyana.
Suona futuristico? Non proprio. Molte aziende stanno investendo nello sviluppo di questa tecnologia: l'asiatica HiMirror ha sviluppato uno specchio con fotocamera integrata, capace di scattare e memorizzare foto e video (https://www.himirror.com/us_en/home). Questo permette di raccogliere dati sulla nostra pelle, e sui suoi cambiamenti: potremo così applicare la crema più adatta, nel momento migliore. L'azienda promette risultati visibili anche senza ricorrere alla realtà aumentata.
Un altro gigante che si sta cimentando nel processo è, ovviamente, Amazon. Il suo Echo Look è il primo device in grado di farci da shopping assistant (https://goo.gl/gGxnrL): dotato di microfono e fotocamera, riesce persino a dare consigli sull'outfit più adatto. Da qui al “camerino virtuale”, il passo è molto breve.
Già nel 2016, brand come Neiman Marcus e Ralph Lauren avevano sviluppato, collaborando con Oak Labs (http://www.oaklabs.is/), delle fitting rooms che usavano la realtà aumentata: il cliente aveva la possibilità di accedere all'intero assortimento del brand, tramite un touchscreen incorporato nello specchio dei camerini dei loro negozi.
La tecnologia chiamata “smart mirror” punta a dissolvere i confini tra shopping online e offline, per trasformare l'in-store experience. Infatti, la prova concreta dei vestiti è uno scoglio che frena molti potenziali acquirenti dall'affidarsi al solo canale elettronico (oltre ad essere un costo per le aziende in termini di resi). I player del settore puntano quindi a creare specchi sempre più intelligenti, che riescano a simulare la resa dei capi addosso alla persona fisica, con possibilità di cambiare taglie e colori in tempo reale. Oak Labs ha addirittura progettato specchi in grado di riprodurre diverse luci e location da usare come sfondi: una spiaggia per la prova costume, un club per l'abito da sera. Sul loro sito affermano infatti: “Negli ultimi 100 anni l'esperienza di acquisto in negozio non è cambiata: ma i tuoi clienti si”.
Un altro vantaggio dello smart mirror è quello di poter raccogliere dati sulle abitudini e le preferenze del singolo cliente. Questo permetterà di creare servizi modulati sui diversi target: i Millennials potranno fare degli “Snapchat party” all'interno dei camerini, condividendo sui social, mentre gli appartenenti alla Generazione X chiederanno consigli agli assistenti virtuali.
Dopo Amazon Go, il primo negozio senza casse (attualmente in fase di sperimentazione a Seattle), arriverà forse il primo camerino senza negozio? Un luogo dove “provare” virtualmente tutto l'assortimento dell'online shop, per poter poi ordinare con più sicurezza. Di certo il trend della realtà aumentata e degli smart devices è destinato a prendere sempre più piede… Lo specchio di Biancaneve in fondo rispondeva ad una domanda sola, anche se ci ha meravigliato per anni.