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05/05/17

Google combatte le fake news e i contenuti offensivi modificando l'algoritmo

Google combatte fake news

 

Dopo i provvedimenti di Zuckerberg contro le fake news, anche Google ha optato per cambiamenti strutturali all'algoritmo per combattere le false notizie e i contenuti offensivi e razzisti in rete. In un primo momento sono stati premiati con l'etichetta "Fact Check" i siti che pubblicano contenuti verificati. La scritta contraddistingue chi non usa clickbaiting, ovvero titoli accattivanti e notizie false, per incoraggiare gli utenti a condividere gli articoli sui social network al fine di generare più traffico sul sito e maggiori introiti pubblicitari. Successivamente, per migliorare ulteriormente il servizio, Google ha apportato modifiche all'algoritmo per ottimizzare i risultati del motore di ricerca.

 

Questo è quanto annuncia in un post, pubblicato sul blog della società, Ben Gomes, vicepresidente dell'Engineering di Google Search: "I nostri algoritmi aiutano a identificare fonti affidabili tra le centinaia di miliardi di pagine nel nostro indice. Tuttavia, è evidente che quotidianamente circa lo 0,25% dei contenuti risulti offensivo o chiaramente fuorviante, e questo non è quello che gli utenti desiderano. Per evitare la diffusione di questo tipo di risultati, abbiamo migliorato i nostri metodi di valutazione e abbiamo aggiornato i nostri algoritmi per favorire contenuti più autorevoli". 

 

L'azienda di Mountain View ha scelto di seguire due direzioni: dare maggior peso a pagine web di qualità e coinvolgere gli utenti, dando loro la possibilità di segnalare contenuti che ritengono inappropriati o poco rispettosi. Chi naviga, infatti, può partecipare attivamente alla "lotta" contro le fake news dando feedback positivi o negativi attraverso due funzioni di Google. Si possono segnalare quegli "snippet", ovvero frammenti di testo, che estrapolano contenuti da siti non sempre autorevoli, quando si ritengono violenti, offensivi, inutili o falsi. L'altra soluzione riguarda il completamento automatico delle ricerche che, come già fatto notare in passato, in alcuni casi presenta suggerimenti razzisti o sessisti.

 

In questo modo Google cerca di dare maggior peso a contenuti autorevoli avvalendosi del supporto degli utenti. Le valutazioni, però, non determinano un miglior posizionamento delle singole Pagine, ma servono per capire quali sezioni migliorare. Scrive ancora Ben Gomes: "Ci siamo mossi per ridurre i contenuti di bassa qualità affinché non si presentino più situazioni simili a quella dello scorso dicembre quando, in alcuni, casi l'Olocausto veniva negato". Per ridurre questo genere di rischi, Google immagazzinerà le segnalazioni degli utenti e le trasmetterà all'algoritmo in modo da rendere la ricerca sempre più precisa e affidabile. 

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