I teenager di oggi hanno accesso illimitato a ogni tipo di tecnologia, ma da recenti studi risulta che non siano mai stati così tanto annoiati. E' opinione comune che i cellulari abbiano ucciso la noia nel momento in cui ogni attesa forzata diventa un'occasione per controllare le email e i social network.
Gli adolescenti sperimentano un sentimento differente, definito “phone boredom”. I membri della Generazione Z (coorti dal 1998 al 2010) sono cresciuti col telefono in mano, ovvero con uno strumento che sembrerebbe un riparo per quella noia stordente così tipica della loro età. Ma per chi è nato “dentro” la rivoluzione digitale, la connessione non è una novità ma una caratteristica ambientale.
La “noia da telefono” si manifesta quando stiamo usando lo smartphone, ma senza in realtà svolgere nessuna attività. E' quella sensazione che ci assale mentre continuiamo a cliccare senza meta, ad aprire e chiudere applicazioni: la versione moderna dello “zapping” da telecomando collaudato dalle generazioni precedenti.
Dailybeast ha esplorato il fenomeno incontrando i diretti interessati. Annie (15 anni) racconta che: “Quando sono annoiata e sto usando il telefono, semplicemente cerco qualcosa da fare… E' come continuare a girare a vuoto”. Maxine, 17 anni: “Posso stare sul letto col mio telefono per ore: questo è il mio modo di essere annoiato. Penserete che siamo divertiti perché stiamo usando lo smartphone, ma non è così… Mi annoio col telefono in continuazione. Star seduto col cellulare in mano è come star seduto coi tuoi pensieri, e la tua mente va dove vuole”.
Tech companies e agenzie di comunicazione fanno investimenti ingenti sul content marketing proprio per suscitare continuo interesse nei loro clienti, ed è importante sottolineare anche la differenza fra il “phone boredom” e i comportamenti di dipendenza scatenati dai social media. Questo tipo di atteggiamenti include lo “scrolling” senza fine della bacheca di Facebook: il vagare fra contenuti insignificanti, che non ci ingaggiano e non ci interessano. E' proprio questo il fantasma contro cui si batte il gigante di Menlo Park quando modifica i suoi algoritmi.
Ovviamente, gli adolescenti non sono annoiati solo dalla tecnologia: provano anche altri tipi di insoddisfazione, più tradizionali e “analogici”. Annie conclude: “La mia noia sarà diversa da quella dei miei genitori quando erano ragazzini, ma senza dubbio è lo stesso sentimento. Abbiamo internet, ma non è tutto. Io leggo anche libri”.
Fonte: The Daily Beast