Rieccoci, dopo quattro lunghi anni, è tornato il momento, per tutti coloro nati il 29 febbraio, di festeggiare il compleanno. Ma sarà vero quello che si dice: “Anno Bisesto, Anno Funesto”, ovvero la superstizione che gli anni bisestili portino sfortuna e catastrofi?
Andiamo a scoprire l’origine e la storia dietro a questo detto. Spoiler: non è l’unico proverbio legato a questo evento che accade una volta ogni quattro anni.
Prima di tutto, bisogna sapere che noi seguiamo il calendario gregoriano introdotto da papa Gregorio XIII nel 1582, con lo scopo di far coincidere il calendario con la rivoluzione terrestre. Infatti, il nostro è un calendario solare, misura il tempo in base al moto di rivoluzione della Terra intorno al sole. E visto che il giro completo dura esattamente 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 48 secondi, è necessario aggiungere periodicamente un giorno.
Papa Gregorio XIII non è stato il primo ad introdurre l’aggiunta di un giorno ogni quattro anni: nell’antica Roma era in vigore il calendario giuliano (istituito da Giulio Cesare nel 46 a.C.), dove il giorno in più si aggiungeva dopo quello che oggi chiamiamo 24 febbraio e che all’epoca corrispondeva al sextus dies ante Calendas Martias (sesto giorno prima delle calende di marzo). Il giorno in più diventò bis sextus dies, ovvero seconda volta del giorno sesto, e così si spiega il nostro aggettivo bisestile.
Detto ciò, da dove viene questa superstizione che gira intorno a questo avvenimento?
Da secoli l’anno bisestile è associato a credenze popolari, miti e superstizioni che lo ritraggono come un periodo di tragedie e calamità. In molte culture si credeva che gli anni bisestili fossero associati a eventi negativi, come disastri naturali, epidemie e guerre. Queste credenze si sono radicate nel folklore popolare arrivando fino ai giorni nostri.
Come abbiamo visto anche nell’antica Roma il giorno in più si aggiungeva nel mese di febbraio, mese della Parentalia, una celebrazione dedicata ai morti che durava nove giorni: iniziava il 13 febbraio e terminava il 21 febbraio con i Feralia, cerimonie pubbliche, sacrifici e offerte ai Mani (anime dei defunti). Questo ha portato ad aggiungere mistero intorno agli anni bisestili e il giorno aggiunto non sembrava un giorno quotidiano e ordinario, ma veniva affrontato con sospetto e alterazione delle abitudini.
Ovviamente non ci sono prove scientifiche che supportano la credenza di sfortuna durante questi anni, ma una scia di eventi tragici successi in diversi periodi la alimenta. In duemila anni la lista è lunga, eccone qualcuno: il naufragio del Titanic nel 1912, l’uccisione di Gandhi (1948), Martin Luther King (1968) e John Lennon (1980), i terremoti di Messina (1908), dell’Irpinia (1980) e in Friuli nel 1976. L’ultimo avvenimento degno di nota che ha colpito il mondo intero è senz'altro la pandemia del Covid-19.
È anche vero che tante altre tragedie sono successe durante gli anni normali, per esempio le due Grandi Guerre Mondiali - 1914 e 1939.
Non solo catastrofi e non solo superstizioni.
Durante gli anni bisestili succedono anche eventi positivi, per ricordarne alcuni si può citare l’entrata della Costituzione italiana nel 1948 e nel 2000 la prima mappatura del genoma umano.
In Irlanda questo avvenimento è visto con auspicio, infatti, seguendo una vecchia usanza, le donne propongono agli uomini di sposarle.
Come anticipato all’inizio, “Anno Bisesto, Anno Funesto” non è l’unico proverbio che porta avanti la credenza di sfortuna e catastrofe legata a questi anni, eccone qualcun altro altrettanto famoso:
- “Se l’anno è bisestile, riempi il sacco e il barile”;
- “Anno che bisesta, non si sposa non si innesta”;
- “Anno bisesto tutte le cose van di traverso”.
E tu ci credi? Cosa possiamo aspettarci da questo 2024?